La Catalogna d'inverno - 4
Nella provincia del Baix Empordà si possono trovare numerosi paesi di origine medievale molto ben conservati, come Pals, Peratallada e Ullastret, che abbiamo già visitato precedentemente. Questo primo gennaio decidiamo di fare un salto a Monells, che non abbiamo mai visto. Ci arriviamo quando il tramonto sta per cominciare e il villaggio è immerso in un torpore irreale. Per i primi minuti non incontriamo nessuno per strada e nessun segno di vita proviene dalle bellissime case in pietra, dalla piazza principale circondata dagli archi dei piccoli portici, dai vicoli stretti. La bellezza di questo villaggio e il silenzio che lo pervade ci deliziano non poco e, mentre passeggiamo con calma, scende la sera e delle luci discrete e molto scenografiche si accendono e illuminano le pareti delle case. Ne nasce persino una piccola polemica tra i nostri amici: J. trova quell’illuminazione perfetta e rispettosa dei luoghi, mentre T. dice che secondo lui è poco pratica perché non permette di vedere un granché. J. ci spiega che Monells è stato l’ultimo paesino medievale a essere restaurato da queste parti e ciò nel rispetto assoluto delle costruzioni esistenti, tanto da essere diventato un vero e proprio esempio per interventi di questo tipo. Delle famiglie che l’abitavano originariamente sono rimasti in pochi, ora sono soprattutto le persone che vivono in grandi città come Barcellona ad aver acquistato qui una seconda casa che utilizzano soltanto in determinati periodi dell’anno. La staticità di quello che a prima vista mi era sembrato un paese fantasma, comincia adesso a trovare una spiegazione razionale.
La presenza di villaggi antichi e ben conservati non è l’unico aspetto della Catalogna che ci aveva sorpreso le prime volte che siamo venuti a trovare T. e J.. C’era qualcos’altro che non credevamo possibile, e cioè che esistessero ancora, sulla Costa Brava, dei luoghi incontaminati e non urbanizzati. Possibile che l’industria turistica avesse preservato qualche chilometro di costa accessibile? Ed è così che, già qualche anno fa, abbiamo scoperto la bellezza della spiaggia naturista di Cala Estreta. Martedì scorso, con T., siamo andati a camminare non lontano da lì, precisamente alla spiaggia del Castell e negli immediati paraggi. Il tempo non era magnifico (ad un certo punto ha anche piovuto un po’) ma il paesaggio era splendido. T. ci ha spiegato che qualche anno fa Castell e i suoi dintorni erano stati minacciati da un progetto di urbanizzazione. Castell è stato salvato dalla mobilitazione dei cittadini che, dopo molte proteste, nel 1994 hanno ottenuto l’indizione di un referendum comunale nel quale una netta maggioranza si è espressa contro l’installazione di infrastrutture turistiche. A quel punto è intervenuta la Generalitat de Catalunya, cioè il governo catalano, che ha acquistato i terreni al proprietario. Un buon affare per quest’ultimo, visto che nel frattempo i terreni erano diventati edificabili e quindi molto più cari di quando li aveva comprati.
Percorrendo il cammino tra le rocce, vediamo delle meravigliose calette nelle quali sono letteralmente incastonate le case dei pescatori: Cala S’Alguer, Cala Canyers, Cala Corbs, la Foradada.
È stata l’ultima gita del nostro piccolo viaggio. Una boccata d’aria fresca, un grande regalo per i nostri polmoni e i nostri occhi, prima di immergerci di nuovo nella frenesia parigina.
Fine – Precedenti: 1, 2, 3.
La presenza di villaggi antichi e ben conservati non è l’unico aspetto della Catalogna che ci aveva sorpreso le prime volte che siamo venuti a trovare T. e J.. C’era qualcos’altro che non credevamo possibile, e cioè che esistessero ancora, sulla Costa Brava, dei luoghi incontaminati e non urbanizzati. Possibile che l’industria turistica avesse preservato qualche chilometro di costa accessibile? Ed è così che, già qualche anno fa, abbiamo scoperto la bellezza della spiaggia naturista di Cala Estreta. Martedì scorso, con T., siamo andati a camminare non lontano da lì, precisamente alla spiaggia del Castell e negli immediati paraggi. Il tempo non era magnifico (ad un certo punto ha anche piovuto un po’) ma il paesaggio era splendido. T. ci ha spiegato che qualche anno fa Castell e i suoi dintorni erano stati minacciati da un progetto di urbanizzazione. Castell è stato salvato dalla mobilitazione dei cittadini che, dopo molte proteste, nel 1994 hanno ottenuto l’indizione di un referendum comunale nel quale una netta maggioranza si è espressa contro l’installazione di infrastrutture turistiche. A quel punto è intervenuta la Generalitat de Catalunya, cioè il governo catalano, che ha acquistato i terreni al proprietario. Un buon affare per quest’ultimo, visto che nel frattempo i terreni erano diventati edificabili e quindi molto più cari di quando li aveva comprati.
Percorrendo il cammino tra le rocce, vediamo delle meravigliose calette nelle quali sono letteralmente incastonate le case dei pescatori: Cala S’Alguer, Cala Canyers, Cala Corbs, la Foradada.
È stata l’ultima gita del nostro piccolo viaggio. Una boccata d’aria fresca, un grande regalo per i nostri polmoni e i nostri occhi, prima di immergerci di nuovo nella frenesia parigina.
Fine – Precedenti: 1, 2, 3.
Foto: Staou.
1 commento:
Viste le foto: carini quei posti (peccato non sentire il profumo del mare)
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