Catania Pride 2008 - 5 luglio

16 aprile 2008

Una batosta per chi?

In queste settimane di campagna elettorale - ma che dico, in questi due anni di governo di centro “sinistra” - ho visto e ho letto di tutto. Le arrabbiature, le docce fredde e le vere e proprie umiliazioni provenienti dal governo Prodi e da una maggioranza per nulla convinta di dover estendere anche alla minoranza omosessuale i diritti di cui godono gli eterosessuali, sono state tante. La parità - un atto di civiltà che, va detto, sarebbe assolutamente sproporzionato all’indegnità morale di quasi tutta la nostra classe politica e di una gran parte dei nostri concittadini - è rimasta una chimera. Nonostante questo, alcuni di noi hanno fatto buon viso a cattivo gioco e hanno imboccato di nuovo la via delle urne: all’ultimo minuto, senza alcuna convinzione, invano. Non che non avessero minacciato l’astensione: credo che tutti i froci e tutte le lesbiche di sinistra, chi più chi meno, in occasione di questa o quella dichiarazione omofoba di esponenti della maggioranza e di fronte alla sostanziale acquiescenza della sinistra cosiddetta “radicale”, debbano aver pensato (molti l’avevano dichiarato o scritto) di disertare i seggi. 
Ciononostante, sapevo perfettamente che, al momento decisivo, molti e molte avrebbero riconsiderato la propria posizione. Avrebbero giudicato la scelta di non votare un atto “troppo grave”. Avrebbero rinviato quest’ultimo - per la centocinquantesima volta - alle prossime elezioni, “se le promesse non saranno mantenute” (fingendo di dimenticare tutte le volte in cui ciò è già successo). E così è stato. Tra la punizione per una linea politica contraddittoria e incocludente (quando non offensiva per le persone glbt) e il voto per il “meno peggio”, molti hanno preferito il secondo atteggiamento. Sono stati invocati tanti motivi per questo repentino cambiamento d’opinione, il più nobile dei quali era il sangue versato dai resistenti per darci la democrazia e il diritto di voto: qualcuno si è chiesto, però, se valeva la pena dare la vita per permetterci di andare al seggio come si va in una latrina, con la molletta al naso e cercando di schivare gli escrementi? Davvero è per arrivare a questo che sono morti i partigiani? Chi spreca davvero il proprio diritto di voto e chi invece crede sul serio nella democrazia?
Di quelli che hanno deciso di votare PD e hanno abboccato all’amo del voto “utile” non parlo, altrimenti dovrei chiedere loro quando si sono fumati quel po’ di autostima rimastagli, o se l’indignazione la rispolverano solo quando devono scrivere bellissimi e arrabbiatissimi post, salvo poi riporla in soffitta quando si deve passare al dunque. L’orrendo babau di Arcore è sempre lì a spaventarci, per la gioia di grandi dirigenti ed elettori piccini: o voi che avete votato PD in chiave antiberlusconiana, dite, cos’ha fatto il PD per abrogare le leggi del centro destra, per riscrivere in senso democratico la legge elettorale, per imporre una legge sul conflitto d’interessi che sradicasse dal panorama politico italiano il berlusconismo?
No, vorrei soltanto dire che non riesco a dolermi troppo della batosta subita dalla sinistra “radicale” istituzionale. Mi preoccuperei se a essere spazzata via fosse stata l’idea della sinistra, dei diritti civili, delle lotte sociali, del miglioramento della condizione di tutti gli esseri umani, e dunque anche di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Invece, nonostante il ritorno al governo di Berlusconi (ma se n’era mai andato?), so che quell’idea rimane nella società e nel movimento e, anche se non è rappresentata né alla Camera né al Senato, niente potrà metterla a tacere; anzi, vista la situazione, questa consapevolezza non potrà che crescere e, speriamo, tradursi in nuove pratiche e successivamente in una nuova, credibile e maggioritaria rappresentanza istituzionale. Tutto il resto sono scorciatoie illusorie. È stato invece eliminato l’insulso equivoco di una dirigenza che in campagna elettorale promette di rappresentare le spinte che provengono dalla società, salvo tradirle, una volta occupato un ministero o la presidenza di una delle due camere. È questo, oltre al travaso di voti per il PD, il motivo per cui la Sinistra Arcobaleno ha perso queste elezioni: una sinistra che rinuncia a fare il suo mestiere e che perde la sua identità, non può che risultare indigesta.
Ho letto ieri l’autocritica di Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, il quale cita, fra gli errori commessi dai partiti che compongono la Sinistra Arcobaleno, anche “la poca convinzione con la quale abbiamo battuto sul tema dei diritti civili, l’aver messo in secondo piano la battaglia delle donne, i diritti degli omosessuali, l’opposizione al clericalismo”. Se ne sono accorti, finalmente, era ora. Per un partito che prima candida Vladimir Luxuria alla Camera e poi le fa pronunciare un discorsino che giustifica il voto contrario di Rifondazione a un emendamento per far pagare l’Ici anche alla Chiesa cattolica, è un’ammissione non da poco. Certo, è facile dirlo adesso che la frittata è fatta, ma intanto l’errore è stato notato. Spero che rimanga agli atti come monito per il futuro, anche se, vista la cronica e inguaribile smemoratezza degli italiani, ci credo poco.
Il problema, detto in breve, è di dignità. Per quanto so e posso, mi riprometto di non mollare. Nel frattempo, senza aspettare le prossime elezioni, ho almeno smesso di svendere il mio voto a chi, con le proprie parole o i propri atti, ha dimostrato di considerare la mia esistenza, al massimo, come una scomoda parentesi.

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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Gab,
sinceramente non so quanto tu abbia ragione... è un problema di misura e non di contenuti.
Io lo dico e lo scrivo: qui i politici hanno paura, o forse è il caso di dire che non hanno il sufficiente coraggio di prendere vie nuove. e lo dimostrano con le varie genuflessioni che fanno al papa e a qualsiasi suo rappresentante...
forse quando troveranno un po di coraggio per portare avanti una idea allora forse vedremo qualcosa di nuovo...

RadioTps ha detto...

Coraggio, dignità, diritti.
Credo tu sia riuscito a toccare i tre punti deboli della sinistra; nei prossimi giorni, probabilmente, li vedremo sfracellati dai leaders SA che li sventoleranno come propria unica eredità dentro la coalizione. Poco male. La sinistra congelata dovrebbe tornare meglio di adesso - e non è difficile.
Speriamo intanto che Berlusconi non ci segreghi all'Asinara.

Anonimo ha detto...

bel post complimenti..
io ne ho scritto uno sull'argomento un pò agro dolce se ti va passa da me
clark

Ulisse ha detto...

Io invece spero che Berlusconi riesca ad arrivare alla fine di questi cinque anni perchè si sa non è più un giovanotto.
In quanto all'Asinara, mica è scemo Sivio, lo sa bene che parte dei suoi elettori sono i D&G dipendenti, i Kalvin Klein mutandati, gli scarpettari di Prada, cioè in pratica noi e vuoi che uno come lui butti a mare dei preziosi voti utili? Mica è di sinistra che fa di tutto per perdere il proprio elettorato!
Certo assisteremo a qualche ministro leghista, ignorante e triviale, chiamarci culattoni, froci, finocchi ma al di là della scurrilità papà Silvio si guarderà bene dal fare come ha fatto Prodi sotto il cui governo l'omofobia ha raggiunto le stelle. Perchè il paese che lui vuole e cerca di costruire è quello della barbie dove tutto è perfetto, colorato (anche di rosa), sorriddente ed idiota.

mario ha detto...

Solo clap clap

Anonimo ha detto...

Bravo Gab, lucido e preciso come sempre.

Gabriele ha detto...

@ Fabio. Mah, a me pare che non siano proprio interessati alle “vie nuove”, che poi tanto nuove non sono. Per esempio, il rispetto del principio di laicità non lo inventiamo noi oggi...

@ RadioTps. Speriamo che torni, lavoriamo perché torni meglio di adesso.

@ clark kent. Grazie per la segnalazione.

@ Ulisse. Sì, è vero, ci sono anche gli elettori gay di destra. Omofobia interiorizzata o malinteso desiderio masochista. Però sai che “noi” gay non siamo tutti interessati solo alla moda, è una generalizzazione eccessiva. Non tutti siamo disposti a farci abbindolare dal mondo di Barbie...

Anonimo ha detto...

Bravo bravo bravo!
Poco altro da dire.

Sarà intrigante capire come muoverci adesso.

Io mi armo di pazienza, ho le antenne drizzate e poi vedo.

Massimo ha detto...

Ciao Gab,
eccomi, quello che dice di non votare e poi lo fa sempre! Non credo che l'astensionismo scientifico porti buoni risultati: in fondo il primo e direttissimo è stato eliminare completamente la sinistra dal parlamento, un primato davvero storico e davvero grave. Certo, possiamo dirci che a livello locale siamo ancora radicati, ma intanto a livello nazionale no, e non mi sembra cosa da poco.
Non che ci fossero chissà quali alternative, per carità! Ma prima di buttare all'aria quel diritto al voto tanto sudato, io ci penso su e credo che questa non fosse ancora la volta buona (oddio, parlo proprio come "quei" gay che citi all'inizio del tuo post, aiuto!).

Massimo ha detto...

Aggiungo solo un'ultima considerazione: il voto in fondo è uno strumento molto rozzo, che non si presta a finezze e (purtroppo) la politica non è MAI una scelta tra il meglio ed il peggio ma tra peggio e meno peggio: io personalmente non sopporto Bertinotti, tollero a malapena le idee retrogade in materia di lavoro, alta velocità e simili, eppure condividevo i principi ispiratori della sinistra ed apprezzavo una buona parte dei suoi esponenti (Nichi Vendola, Luxuria per citarne alcuni). Non è il meglio, ma era il meno peggio. E grazie (anche) all'astensionismo non abbiamo nemmeno quelli. Scusate il doppio sfogo, sono logorroico e confuso quando parlo di politica.