Catania Pride 2008 - 5 luglio

26 febbraio 2008

Dibattito Rajoy-Zapatero: appunti, prime impressioni

Ieri sera è andato in onda il primo dibattito televisivo fra il socialista José Luís Rodriguez Zapatero e il segretario del Partido popular Mariano Rajoy, in vista delle elezioni politiche che si terranno il 9 marzo prossimo. L’ho seguito in diretta via internet e la mia impressione è che sia stato un confronto molto serrato, estremamente ordinato e terribilmente tecnico. I candidati dovevano confrontarsi su cinque grandi temi (economia e impiego, politiche sociali, politica estera e sicurezza, politica istituzionale, sfide per il futuro) più un giro d’orizzonte all’inizio e uno alla fine. Entrambi hanno fatto un uso smodato di cifre, la cui somma, come spesso accade in questi casi, finiva per essere zero. Si sono squadernati dati, grafici e tabelle a più non posso, che dicevano tutto e il suo contrario: negli ultimi quattro anni la disoccupazione è aumentata, no, è diminuita; i prezzi sono alle stelle, no, sono rimasti invariati; il PP al governo ha ridotto le borse di studio, no, le ha aumentate. E così via. 
Esprimendomi ancora a caldo, direi che non ho trovato interessanti quelle parti del dibattito in cui i candidati sembravano distinguersi solo per il grado di efficienza nel mettere in pratica una certa politica (talvolta con una buona dose di demagogia e di cinismo: quanti immigrati hai respinto tu? E tu, quanti ne hai regolarizzati?), ma quelle dai cui contenuti emergeva una scelta di campo netta, una differenza fondamentale tra due opzioni ben distinte. Mi riferisco per esempio al fatto che Zapatero ha rivendicato per due volte la scelta di ritirare le truppe dall’Iraq o l’estensione del diritto al matrimonio anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso o, ancora, lo snellimento delle procedure per il divorzio e la ricerca sulle staminali. Pace, ampliamento dei diritti civili, laicità: temi sui quali Rajoy non poteva intervenire; e infatti, su questi, neanche una parola da parte sua.
Mariano Rajoy ha dipinto una Spagna a tinte fosche, divisa, in preda alla crisi economica, con regioni sull’orlo della secessione, invasa da “bande di immigrati violenti” che possono rimanere in Spagna impuniti, manco a dirlo, grazie ai socialisti. Zapatero ha cercato di smontare tutte le accuse e ha sottolineato i progressi conseguiti dalla Spagna in quest’ultimo periodo: non ultimo, il fatto che il reddito medio ha superato quello dell’Italia, che la sua nazione è diventata l’ottava potenza più industrializzata, che pensioni e salario minimo sono stati aumentati, così come i sussidi agli studenti.
Tra i punti toccati ieri dai due candidati non poteva mancare uno dei temi più importanti di questa campagna, quello su cui il Partido Popular ha battuto durante tutta la legislatura: la lotta contro l’ETA. Rajoy tenta di accreditare la tesi secondo la quale il governo socialista ha infranto la linea della fermezza contro i terroristi, avviando con questi ultimi un dialogo e conferendogli un ruolo politico del tutto inopportuno. Avviando le trattative, Zapatero avrebbe mentito agli spagnoli e avrebbe mancato di rispetto alle vittime del terrorismo. È stato fin troppo facile, per il presidente del governo, ricordare che tutti i premier precedenti hanno avviato trattative con l’ETA, Aznar compreso. Tuttavia, mentre i socialisti hanno apoggiato Aznar nel suo tentativo, il PP non ha fatto altro che lavorare perché i socialisti fallissero, ben sapendo che la soluzione del conflitto, quando arriverà, premierà elettoralmente il governo che sarà riuscito ad ottenerla. 
Tutte le prime stime effettuate dopo la chiusura del dibattito mostrano che Zapatero ha riscosso, presso gli intervistati, la maggioranza dei consensi (tra il 46% e il 45,4%, mentre Rajoy è tra il 42% e il 30,1%). Il prossimo dibattito andrà in onda, ancora una volta in diretta, il 3 marzo.

Tutto il dibattito (video): El País
La trascrizione integrale del dibattito: El País.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il sondaggio tra i lettori de El Mundo - giornale un pò più a destra de El Pais - hanno risposto Rajoy 61% e Zapatero 39% !

roberta

Gabriele ha detto...

Vero, ma se è per questo, per i lettori del Pais ha vinto Zapatero con il 78%. Quelli che citavo io sono sondaggi effettuati da società demoscopiche (come Metroscopia), che si presume utilizzino tecniche più "scientifiche". In ogni caso i sondaggi, per me, lasciano il tempo che trovano, qualsiasi sia il risultato che mostrano.

Anonimo ha detto...

Zapatero va verso un tranquillo rinnovamento del mandato.