Via di qua (diario della fine) - 1
Giovedì 27 dicembre. La sveglia suonerà solo alle 7,30, ma è una notte un po’ agitata, io e Staou ci risvegliamo a più riprese. Usciamo di casa un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, prendiamo la metropolitana per arrivare a Porte Maillot, dove facciamo appena in tempo a fare il biglietto e salire sulla navetta per l’aeroporto di Beauvais. Durante tutto il tragitto (un’ora e mezza circa) non faccio che pensare alla poposta di M., giunta inaspettatamente qualche giorno fa. È al tempo stesso il migliore e il peggiore momento per prendere una decisione di tale importanza. Tuttavia mi sento stranamente ottimista e comincio già a fantasticare sul progetto e sui contenuti che vorrei avesse. Ancora sulla corriera, penso che i primi giorni di gennaio saranno importanti, che dovrò risentire M. e prendere con lui una decisione definitiva. Intanto Staou ascolta musica con il lettore mp3. È contento e mi sorride spesso.
In aereo tento di concentrarmi sulla traduzione, nonostante le turbolenze che di tanto in tanto si fanno sentire. Ma l’atterraggio all’aeroporto di Girona arriva presto e già scendendo la scaletta e guardandomi intorno, mi sembra di essermi lasciato alle spalle il grigio e il freddo degli ultimi giorni a Parigi. Abbracciamo J. che è venuto a prenderci. Mentre andiamo in macchina a B., il paese dove vive insieme al suo compagno T., osservo il paesaggio e mi riempio gli occhi dei colori dell’inverno. Penso che sole e tanta natura siano esattamente ciò di cui ora ho bisogno, e questo viaggio comincia sotto i migliori auspici. Il pranzo a B. è una delizia e tra i piatti spicca l’oca alle mandorle e alle rape (in castigliano rapa si dice nabo, che è anche il nome non propriamente scientifico che si dà all’organo sessuale maschile. Dopo la breve spiegazione, battute e risate). Ancor più piacevole, però, è l’affetto di cui questi amici carissimi sanno circondarci. Ogni volta, venire qui per noi significa ricaricarsi psicologicamente e distendersi al tempo stesso, lontano dalle frenesie parigine. Ci vogliono un gran bene e lo fanno sentire a ogni gesto. “Sono molto contento che siate qui”, dice a un certo punto T. Un sentimento ricambiato.
Il pomeriggio lo passiamo a fare un po’ di spesa: mangime per le loro galline e dolci per la famiglia di Staou, che vedremo domani. Andiamo anche a F., a cercare delle improbabili lenzuola di seta “alla Falcon Crest”, che alcuni loro amici gradirebbero ricevere come regalo. Mi diverte molto vedere le reazioni dei negozianti alla strampalata richiesta. Uno di loro afferma che “sono passate di moda”... In effetti: da quanto tempo non va più in onda Falcon Crest?
In macchina racconto in breve i miei ultimi mesi e troviamo anche il tempo di accennare alla situazione politica spagnola. Le elezioni si avvicinano e la vittoria di Zapatero è tutt’altro che scontata. Per come la vedono loro, la strategia della destra spagnola, in quest’ultimo periodo, è quella di un’opposizione relativamente tranquilla, dopo anni di critiche feroci e martellanti al governo socialista. Due sembrano essere i temi che possono influenzare maggiormente l’esito delle prossime elezioni: la politica istituzionale nei confronti dell’ETA, dopo il fallimento delle trattative, e l’atteggiamento del governo verso le regioni autonome, dopo che al recente referendum sul nuovo statuto catalano hanno partecipato pochissimi elettori. Secondo la loro previsione allo stato attuale delle cose, i socialisti perderanno voti ma saranno ugualmente chiamati a un governo di coalizione, vista l’indisponibilità degli altri partiti ad allearsi con il PP che fu di Aznar ed ora è nelle mani di Mariano Rajoy.
La sera, intorno a una tisana, commentiamo distrattamente alcuni srvizi della rivista gay e lesbica Zero e discutiamo ancora una volta della monarchia spagnola. Felipe regnerà, ma secondo T. sarà lui l’ultimo re di Spagna, visto il crescente sentimento antimonarchico di una parte della popolazione. J. invece pensa che gli avversari della monarchia non siano cresciuti di numero: se prima erano repubblicani, ora sono semplicemente antimonarchici, ma il risultato non cambia; l’immagine del re, secondo lui, non si è realmente appannata, anche se è vero che certe esibizioni di sfarzo che la corte non disdegna, vengono digerite con sempre maggiore difficoltà.
Il menù della cena prevede invece un dialogo molto sincero e sentito sulla sessualità, la loro e la nostra. Ho la sensazione netta che la nostra amicizia si stia approfondendo e arricchendo e che la fiducia reciproca sia grande. Sto bene. Me ne vado a dormire sereno. (Continua)
Via di qua (diario della fine): 2, 3.
5 commenti:
Buona vacanza companero.
E buon inizio.Che sia un giorno, un'avventura, un progetto o un'amicizia.O semplicemente un nuovo anno con una vita vecchia.
E' il momento più bello.L'inizio.
Bene, anche se per ora t conosco solo tramite questi tuoi scritti, sono contento che sia un buon periodo, come dire, gravido.
Ma in castigliano, per dire cazzo non si diceva "rabo". Mi ricordo che a me dicevano così, di avere un "buen rabo" ;-)
Non toccarmi la monarchia spagnola, l'unica decente che abbia mai conosciuto :-P
M'è scivolato via un punto interrogativo, volevo scrivere:
ma in castiglano, per dire cazzo non si diceva "rabo"?
OT:
ciao e scusa il messaggio un po' off topic.
Ti volevo segnalare un'iniziativa: in queste vancanze, infatti, noi di QueerWay abbiamo lanciato un social network queer.
L'idea è quello di creare un posto in cui poter raccogliere tutte le nostre notizie e le nostre opinioni e di mettere a disposizione uno strumento per aprire una finestra su quello che pensa la comunità all'interno del proprio blog.
Se vuoi dare un'occhiata, questo è l'indirizzo :
http://www.queerway.it/dblog/newsnetwork.asp
Spero che l'idea ti piaccia.
@ Mario. Muchisimas gracias, è un augurio molto bello. Altrettanto a te!
@ Anelli. Sì è gravido, speriamo di superare qualche incertezza. Per quanto riguarda il cazzo, i miei amici confermano "nabo". Ma devo dire che il sospetto è venuto anche a me, pure io ricordavo "rabo"... approfondirò. Complimenti per il tuo, in ogni caso!
@ thequeer. Appena torno getto un'occhiata, promesso.
A tutt* quell* che passano di qua: un buon 2008!
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