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09 maggio 2007

La presidenza Sarkozy comincia con Love Boat (e un po’ di manganello)

Sotto il titolo “Le vacanze d’oro del ‘candidato del popolo’”, il sito di Libération propone oggi un gustosissimo minidossier sul “ritiro” del neo presidente Nicolas Sarkozy. Eh sì, perché il nuovo capo dello Stato, fiaccato da circa quattro anni di forsennata campagna elettorale, si è allontanato dalla capitale francese già lunedì scorso per “rendersi conto del peso dell’incarico che grava sulle sue spalle” – come riportato dalla stampa – “e assumere il distacco necessario a diventare il rappresentante di tutta la nazione”.
Creando un certo imbarazzo persino tra i rappresentanti del proprio partito, la notte dei risultati il “candidato del popolo” l’ha passata all’hotel Fouquet, messogli generosamente a disposizione dal proprietario, l’amico Lucien Barrière, dove una suite per due costa 2 590 euro (champagne, caviale, make up per la signora Sarkozy e massaggio del viso per il neopresidente, compresi nel prezzo).
La mattina dopo – senza alcun imbarazzo – lo stesso “candidato del popolo”, la moglie Cécilia e il loro figlio Louis, si sono diretti all’aeroporto. “Falcon non è solo la sigla di una celebre produzione californiana di porno gay,” – scrive Libération – “ma è anche il nome di un aereo costruito nelle fabbriche dell’amico Dassault. E si può affittare [...] se si possiedono i mezzi necessari, ovviamente. Tutti i siti d’affitto on line sono perentori: la gitarella costa come minimo 93 700 euro (piccolo punch di benvenuto compreso?) e può arrivare fino a un massimo di 117 800 euro (con due piloti e una hostess). Sarkozy e il suo seguito” – prosegue il quotidiano fondato da Sartre – “hanno scelto il modello Falcon 900EX, che presenta il vantaggio di avere gli interni rivestiti in pelle (color crema) con poltrone girevoli a 360 gradi”.
Col gioiellino appena prestato loro, i passeggeri sono quindi decollati alla volta di Malta. Giunti sul posto, Sarkozy e il suo entourage si sono imbarcati sullo yacht Paloma (pavimento rivestito in legno wengé, jacuzzi sul ponte, sistema di karaoke e altre amenità), che ha preso subito il largo verso la Sicilia. Quale idea migliore, per far riposare le stanche membra del “candidato del popolo”? “Lo yacht sul quale i Sarkozy si sono ritirati appartiene certamente a Bolloré.” – scrive sempre Libération, citando la rivista Capital – “È uno degli uomini più ricchi di Francia, con una fortuna dell’ordine di 1,25 miliardi di euro [...]. Il suo battello, il Paloma, è uno yacht di 60 metri che è possibile prendere in affitto attraverso agenzie specializzate nel charter marittimo. A Londra” – precisa Libération – “Nigel Burgess lo propone a un prezzo che oscilla tra i 147 000 e i 162 000 euro alla settimana”.
“Ci avevano annunciato un seminario di riflessione in un monastero” – chiosa il quotidiano vicino ai socialisti – “ed eccoci piombati su un Love Boat al largo di Malta. La cosa tenderebbe a provare che le promesse presidenziali cominciano male”. Tanto più che – aggiungo io – mentre il piccolo Nicolas se la spassa, a Parigi e in altre grandi città della Repubblica di cui è presidente, si susseguono le manifestazioni di protesta. Non sempre civilissime, per carità, ma è ben vero che anche i cosiddetti “tutori della legge”, in quanto a buone maniere, non scherzano. Solo ieri, mentre stavano occupando piazza della Bastiglia, duecento giovani sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Libération riporta oggi le testimonianze di qualche dimostrante. Mathilde: “Al commissariato, solo i neri e i figli degli immigrati arabi venivano ammanettati. Dove viviamo?”. Nicolas, giovane militante socialista – accusato di aver lanciato degli oggetti, circostanza che egli nega – dice : “Stavo gridando come facevano tutti quando tre CRS [celerini, ndr] mi sono piovuti addosso. Mi hanno afferrato per la gola e spruzzato del gas. Sono stato bloccato a terra ed ammanettato con le braccia dietro la schiena. Quando ho avuto il ginocchio di un CRS sulla testa, mi hanno picchiato al viso, insultandomi”. È ancora Nicolas a raccontare di un colombiano che si è ritrovato insieme a lui nello stesso furgone: “I poliziotti gli hanno detto ‘Se ti muovi, ci scopiamo tua madre’. Il colombiano ha gridato: ‘Non insultate mia madre!’. Lo hanno riempito di botte”. E ancora Antoin, 17 anni, respinge una perquisizione troppo violenta a livello dei testicoli: “Non mi toccare!”, grida al poliziotto. Risposta: “Calmati, altrimenti sei morto!”.
Del resto, bastava circolare per le strade che portano in piazza della Bastiglia, ieri sera, per farsi venire i brividi. Decine e decine di mezzi blindati dei CRS, poliziotti in assetto antisommossa che, al grido d’incitazione di qualche passante dell’UMP, rispondono: “Viva Sarkozy!”.
Cinque anni così?

Fonte: Libération.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un mio amico francese, giornalista, che conosce molto bene le "cose di casa nostra", mi faceva notare che il risultato elettorale era più che scontato, specialmente per lo scarso entusiasmo che suscitava la Royal proprio a sinistra. "E' come se da voi avessero candidato la Palombelli."

mario ha detto...

Credo che la Francia per prima sperimenterà una "guerra" sociale e razziale se le premesse sono queste.
D'altro canto il signore è uno di quelli che ha detto come si comporterà con chi manifesta.

aelred ha detto...

Mah,
mi sembrano ottimi auspici per la campagna delle legislative. Ovviameente per madame Royal.
Ad Anonimo ricorderei che oltre 17 milioni di voti non sono proprio una disfatta per una candidata di sinistra (senza centro), donna e fuori dagli apparati del partito socialista

Unknown ha detto...

A parte che la Palombelli non è socialista e non è nemmeno di sinistra, direi che l'unica cosa in comune che hanno Palombelli e Royal e' l'appartenenza al genere umano e l'essere donne.

Gab, noi cinque anni così li abbiamo vissuti in Italia :-)

Gabriele ha detto...

Questo blog ha espresso in tempi non sospetti, cioè ben prima del primo turno, le sue riserve su Ségolène Royal, che per me ha certamente dei difetti, ma non quello di essere paragonabile a Barbara Palombelli. È però vero che molti socialisti - anche della base, non solo gli "elefanti" - sono molto critici su Ségolène Royal e che il Partito Socialista attraversa un periodo estremamente difficile che dura... dal 2002. Ancora non si sa se Royal potrà davvero affermarsi come leader in quel partito. Strauss-Kahn sembra riprendere quota proprio in queste ore.
Anelli, per Berlusconi so bene quel che ha vissuto l'Italia. Del resto, più che Berlusconi, mi spaventa quello che lui rappresenta, cioè il berlusconismo, che è una cultura politica che ci porteremo appresso ancora per tanto, troppo tempo. È un'involuzione che, fatte le debite proporzioni e differenze, si prospetta anche qui.