Vallo a spiegare a Fassino...
I figli di coppie formate da persone omosessuali non stanno “né peggio né meglio degli altri”. È una delle conclusioni alle quali è giunta la conferenza “Omogenitorialità: domande e risposte alle famiglie d’oggi”, organizzata a Parigi dall’APGL, un’associazione che riunisce i genitori gay e le genitrici lesbiche, in collaborazione con la rete radiofonica nazionale France Culture.
L’incontro, svoltosi il 3 febbraio alla prestigiosa Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, si articolava in due parti. Nella prima, otto fra ricercatori ed esperti nei campi della sociologia, della psicologia, dell’antropologia, del diritto e della medicina, hanno esposto le loro conoscenze in fatto di filiazione da parte di genitori omosessuali. Tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di porre termine alla discriminazione giuridica e sociale della quale sono vittime questi ultimi. Secondo Israël Nisand, specialista delle tecniche di riproduzione assistita, “bisogna che i non omosessuali difendano il diritto degli omosessuali a vivere normalmente nel nostro paese”. “Da nessuna parte la famiglia è il fondamento della società. Ciò che fonda la società sono i rapporti politici e religiosi”, ha dichiarato per parte sua l’antropologo Maurice Godelier, sfatando uno dei miti retorici più in voga presso gli omofobi, di questa come di altre contrade.
Nella seconda parte, invece, la parola è passata ad alcuni esponenti politici. La candidata della sinistra radicale alle presidenziali del maggio prossimo, la segretaria del Partito Comunista Francese Marie-George Buffet, ha ammesso che la storia del suo partito, sulla questione che era al centro del dibattito, “non è stata lineare”, ma ha anche ribadito che “il diritto all’amore e alla genitorialità” sono ben presenti nella sua campagna.
Scontato il sostegno portato alle rivendicazioni dell’APGL dal rappresentante dei Verdi, Noël Mamère, personaggio estremamente popolare ed amato dal movimento glbt francese, soprattutto per aver posto all’ordine del giorno, già tre anni fa, la questione del matrimonio fra omosessuali: sua, infatti, è stata la decisione di sposare ufficialmente, con un atto tanto eclatante quanto illegale, una coppia gay nel comune di Bègles, la cittadina della quale è sindaco. Per aver osato infrangere la legge, Mamère ha dovuto subire non solo una sospensione temporanea dalla sua carica, ma anche la censura dei suoi diretti avversari e un certo imbarazzo nei ranghi della sinistra, timorosa di essere scavalcata su una così importante questione sociale.
Durante il dibattito, Mamère si è dichiarato favorevole a riconoscere alle coppie omosessuali il diritto all’adozione, la delega della patria potestà e il riconoscimento della cogenitorialità (il fatto, cioè, che accanto alla coppia di genitori possano essere riconosciute anche una terza e una quarta figura – quella del o della partner di uno dei due genitori, o di entrambi – che partecipano all’educazione del figlio). Noël Mamère ha sostenuto queste posizioni insieme al rappresentante del PCF Gilles Garnier, e a Patrick Bloche, uno dei relatori socialisti della proposta di legge sui PaCS, approvata nel 1999.
Di tutt’altro avviso gli esponenti della destra ai quali la sala ha riservato, secondo quanto riportano le cronache, un’accoglienza vivace ma non proprio calorosa. La lettera inviata dal candidato dell’UMP Nicolas Sarkozy è stata letta sotto una selva di fischi, e le cose non sono andate meglio quando a prendere la parola è stato Laurent Wauquiez, giovane deputato molto vicino all’attuale ministro dell’interno, il quale ha espresso la sua contrarietà all’adozione e al matrimonio per le coppie formate da gay o da lesbiche.
Più aperturista il rappresentante del partito di centro UDF: secondo Jean-Christophe Lagarde si deve evitare di “scioccare oltre misura una parte della società”, ma bisogna anche consentire l’adozione alle coppie omosessuali. “La Francia” – ha aggiunto infatti – “deve accettare il fatto che la famiglia tradizionale non è più l’unica forma di famiglia”.
È proprio in questo spirito che l’APGL ha organizzato il dibattito di sabato scorso. A parte il vivo interesse che ha suscitato, l’incontro è servito a mostrare concretamente che l’omogenitorialità non è una chimera ma anzi rappresenta una questione di sempre maggiore rilevanza nella nostra società. Lo prova, tra l’altro, la quantità di studi – un migliaio in tutto il mondo – che tratta di questo tema. “Spesso ci dicono che lo sviluppo e l’equlibrio psicologico dei bambini allevati dagli omosessuali sarebbero minacciati” – ha dichiarato a Têtu la co-presidente dell’APGL Martine Gross – “eppure abbiamo trovato meno di una ventina di testi negativi sullo sviluppo psichico del bambino, dei quali la maggioranza scaturisce da ricerche finanziate da ambienti religiosi americani. In realtà” – continua Gross – “da tutti gli studi esistenti, risulta che il fatto di essere allevati da persone omosessuali non comporta alcuna differenza notevole per i bambini. Non stanno né peggio né meglio di quelli che vivono in famiglie tradizionali”.
Fino a quando verrà negato loro il diritto ad essere riconosciuti come figli di coloro che li hanno cresciuti?
Fonti: APGL, Têtu.
L’incontro, svoltosi il 3 febbraio alla prestigiosa Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, si articolava in due parti. Nella prima, otto fra ricercatori ed esperti nei campi della sociologia, della psicologia, dell’antropologia, del diritto e della medicina, hanno esposto le loro conoscenze in fatto di filiazione da parte di genitori omosessuali. Tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di porre termine alla discriminazione giuridica e sociale della quale sono vittime questi ultimi. Secondo Israël Nisand, specialista delle tecniche di riproduzione assistita, “bisogna che i non omosessuali difendano il diritto degli omosessuali a vivere normalmente nel nostro paese”. “Da nessuna parte la famiglia è il fondamento della società. Ciò che fonda la società sono i rapporti politici e religiosi”, ha dichiarato per parte sua l’antropologo Maurice Godelier, sfatando uno dei miti retorici più in voga presso gli omofobi, di questa come di altre contrade.
Nella seconda parte, invece, la parola è passata ad alcuni esponenti politici. La candidata della sinistra radicale alle presidenziali del maggio prossimo, la segretaria del Partito Comunista Francese Marie-George Buffet, ha ammesso che la storia del suo partito, sulla questione che era al centro del dibattito, “non è stata lineare”, ma ha anche ribadito che “il diritto all’amore e alla genitorialità” sono ben presenti nella sua campagna.
Scontato il sostegno portato alle rivendicazioni dell’APGL dal rappresentante dei Verdi, Noël Mamère, personaggio estremamente popolare ed amato dal movimento glbt francese, soprattutto per aver posto all’ordine del giorno, già tre anni fa, la questione del matrimonio fra omosessuali: sua, infatti, è stata la decisione di sposare ufficialmente, con un atto tanto eclatante quanto illegale, una coppia gay nel comune di Bègles, la cittadina della quale è sindaco. Per aver osato infrangere la legge, Mamère ha dovuto subire non solo una sospensione temporanea dalla sua carica, ma anche la censura dei suoi diretti avversari e un certo imbarazzo nei ranghi della sinistra, timorosa di essere scavalcata su una così importante questione sociale.
Durante il dibattito, Mamère si è dichiarato favorevole a riconoscere alle coppie omosessuali il diritto all’adozione, la delega della patria potestà e il riconoscimento della cogenitorialità (il fatto, cioè, che accanto alla coppia di genitori possano essere riconosciute anche una terza e una quarta figura – quella del o della partner di uno dei due genitori, o di entrambi – che partecipano all’educazione del figlio). Noël Mamère ha sostenuto queste posizioni insieme al rappresentante del PCF Gilles Garnier, e a Patrick Bloche, uno dei relatori socialisti della proposta di legge sui PaCS, approvata nel 1999.
Di tutt’altro avviso gli esponenti della destra ai quali la sala ha riservato, secondo quanto riportano le cronache, un’accoglienza vivace ma non proprio calorosa. La lettera inviata dal candidato dell’UMP Nicolas Sarkozy è stata letta sotto una selva di fischi, e le cose non sono andate meglio quando a prendere la parola è stato Laurent Wauquiez, giovane deputato molto vicino all’attuale ministro dell’interno, il quale ha espresso la sua contrarietà all’adozione e al matrimonio per le coppie formate da gay o da lesbiche.
Più aperturista il rappresentante del partito di centro UDF: secondo Jean-Christophe Lagarde si deve evitare di “scioccare oltre misura una parte della società”, ma bisogna anche consentire l’adozione alle coppie omosessuali. “La Francia” – ha aggiunto infatti – “deve accettare il fatto che la famiglia tradizionale non è più l’unica forma di famiglia”.
È proprio in questo spirito che l’APGL ha organizzato il dibattito di sabato scorso. A parte il vivo interesse che ha suscitato, l’incontro è servito a mostrare concretamente che l’omogenitorialità non è una chimera ma anzi rappresenta una questione di sempre maggiore rilevanza nella nostra società. Lo prova, tra l’altro, la quantità di studi – un migliaio in tutto il mondo – che tratta di questo tema. “Spesso ci dicono che lo sviluppo e l’equlibrio psicologico dei bambini allevati dagli omosessuali sarebbero minacciati” – ha dichiarato a Têtu la co-presidente dell’APGL Martine Gross – “eppure abbiamo trovato meno di una ventina di testi negativi sullo sviluppo psichico del bambino, dei quali la maggioranza scaturisce da ricerche finanziate da ambienti religiosi americani. In realtà” – continua Gross – “da tutti gli studi esistenti, risulta che il fatto di essere allevati da persone omosessuali non comporta alcuna differenza notevole per i bambini. Non stanno né peggio né meglio di quelli che vivono in famiglie tradizionali”.
Fino a quando verrà negato loro il diritto ad essere riconosciuti come figli di coloro che li hanno cresciuti?
Fonti: APGL, Têtu.
La puntata del 2 febbraio della trasmissione radiofonica Du grain à moudre (France Culture), con diverse posizioni a confronto (in francese): Une enfance gay : les familles homoparentales, des familles comme les autres ?
Foto: Noël Mamère (Staou).
5 commenti:
Molto interessante. Occorre alimentare questo tipo di convegni e ricerche, che, attraverso statistiche accurate ed indagini minuziose, possono aiutare tutti a capire meglio perchè le adozioni alle coppie gay non sono affatto un problema.
Troppo lungo da leggere... però credo che più che a Fassino bisognerebbe farlo capire alle Binette e ai Buttiglioni... Se non riusciamo neanche a far avere dei diritti "minimali" alle coppie di fatto, compresi i gay, mi spiegate come può essere possibile il tutto e subito? o non è meglio un passo alla volta?
comunque ogni tanto vengo a leggere i tuoi post e il tuo è un bel blog!
mi pare strano che si possa già confermare ipotesi statisticamente significative sulle differenze tra genitorialità omossessuale ed eterossessuale.
sono un profano, ma a naso i genitori omosessuali non devono essere molti e ancora meno i loro figli in età adulta. ho il sospetto, quindi, che manchino i numeri per formare un campione serio.
A me ha colpito molto il clima, sembra il convegno di un gruppo sociale qualsiasi, come Confindustria o un sindacato, con la parte politica meno "omogenea" che interviene e viene contestata ma comunque instaura un dialogo. Per l'Italia, ancora fantascienza.
@ Kamau: vedo purtroppo solo ora il tuo commento. Di famiglie omosessuali con figli, in italia, ce ne sono eccome. Solo 200 sono iscritte a Famiglie Arcobaleno che consiglio a tutti gli omosessuali aspiranti genitori di visitare
www.famigliearcobaleno.org
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