La dignidad de los nadies
Il timore che il documentario La dignidad de los nadies, di Fernando Solanas, fosse solo una riedizione del suo precedente Memoria del saqueo, era legittimo. Ma la proiezione cui ho assistito, in un cinema vicinissimo al centro Pompidou, lo ha inequivocabilmente fugato. Il regista, infatti, raccontando per la seconda volta la terribile crisi che ha colpito l’Argentina nella prima metà degli anni 2000, riesce a dipingere un affresco interessante e vivido.
Lo sfondo è costituito dal crollo di quel sistema iperliberista, favorito da una classe politica corrotta e dominato dalle multinazionali, che ha depredato il popolo argentino delle proprie ricchezze. Ma in La dignidad de los nadies, Solanas ha scelto di far risaltare il ritratto di alcune persone che da quegli eventi catastrofici sono state colpite.
Nel fango in cui si trovano loro malgrado, alcuni protagonisti e alcune protagoniste del documentario hanno perso tutto, ma non hanno chinato il capo. Maestri, operai, medici, imprenditrici agricole, attivisti e molte altre figure sfilano così sotto ai nostri occhi e ci raccontano la loro storia. I personaggi sono resi più prossimi allo spettatore da una camera che li insegue e talvolta gli ruota attorno, per mostrarceli nei loro gesti quotidiani, nei loro incontri, nei loro impegni.
Questi uomini e queste donne sembrano dirci che la (ri)costruzione di sé non può prescindere da un ripensamento della nostra concezione del mondo. La crisi argentina ha spinto moltissime persone, alcune delle quali forse non si erano mai poste prima questo problema, a cercare alternative concrete ai legami sociali ed economici che fino a quel momento avevano governato le loro vite. Solanas non isola i casi personali che tratta nel documentario, ma li indica come altrettanti paradigmi di una situazione più generale: quelle lotte, iniziate spesso da singoli uomini o da singole donne oppure da piccoli gruppi di persone, hanno provocato una vera e propria mobilitazione intorno a temi di una complessità molto vasta come la salute, la proprietà, i servizi pubblici, la povertà, la criminalità,...
Solanas è riuscito una volta di più a realizzare questa sorta di miracolo cinematografico: due ore filate di documentario sull’attualità sociale e politica dell’Argentina, senza un filo di pesantezza o di inutile retorica. Al loro posto, invece, tutta la passione necessaria a mostrare come i vinti, i “nessuno”, possono restituire dignità alle loro vite. E alle nostre.
Lo sfondo è costituito dal crollo di quel sistema iperliberista, favorito da una classe politica corrotta e dominato dalle multinazionali, che ha depredato il popolo argentino delle proprie ricchezze. Ma in La dignidad de los nadies, Solanas ha scelto di far risaltare il ritratto di alcune persone che da quegli eventi catastrofici sono state colpite.
Nel fango in cui si trovano loro malgrado, alcuni protagonisti e alcune protagoniste del documentario hanno perso tutto, ma non hanno chinato il capo. Maestri, operai, medici, imprenditrici agricole, attivisti e molte altre figure sfilano così sotto ai nostri occhi e ci raccontano la loro storia. I personaggi sono resi più prossimi allo spettatore da una camera che li insegue e talvolta gli ruota attorno, per mostrarceli nei loro gesti quotidiani, nei loro incontri, nei loro impegni.
Questi uomini e queste donne sembrano dirci che la (ri)costruzione di sé non può prescindere da un ripensamento della nostra concezione del mondo. La crisi argentina ha spinto moltissime persone, alcune delle quali forse non si erano mai poste prima questo problema, a cercare alternative concrete ai legami sociali ed economici che fino a quel momento avevano governato le loro vite. Solanas non isola i casi personali che tratta nel documentario, ma li indica come altrettanti paradigmi di una situazione più generale: quelle lotte, iniziate spesso da singoli uomini o da singole donne oppure da piccoli gruppi di persone, hanno provocato una vera e propria mobilitazione intorno a temi di una complessità molto vasta come la salute, la proprietà, i servizi pubblici, la povertà, la criminalità,...
Solanas è riuscito una volta di più a realizzare questa sorta di miracolo cinematografico: due ore filate di documentario sull’attualità sociale e politica dell’Argentina, senza un filo di pesantezza o di inutile retorica. Al loro posto, invece, tutta la passione necessaria a mostrare come i vinti, i “nessuno”, possono restituire dignità alle loro vite. E alle nostre.
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