Censura sui media: benvenuti a Sarkoland
Nicolas Sarkozy presidente buono? “Non abbiate paura”? Fossi in voi, starei un po’ attento e, osservando la situazione politica francese, rispolvererei il vaccino antiberlusconi, che tutti noi abbiamo dovuto inocularci a più riprese in questi ultimi tredici anni. C’è infatti un episodio che ha fatto molto rumore qui in Francia negli ultimi giorni e che io credo mostri qualche analogia, fatte le debite proporzioni, con lo smisurato e antidemocratico controllo che il nostro expresdelcons deteneva (detiene?) sull’informazione del Belpaese.
La moglie di Nicolas Sarkozy non si è recata alle urne al secondo turno. Per quanto sorprendente questo possa sembrare, Cécilia è comparsa a fianco del marito la sera delle elezioni solo quando è iniziata la festa in piazza de la Concorde, ma durante la giornata non si è andata al seggio. Lo provano i documenti ufficiali, le liste elettorali.
Ora, che il rapporto tra i due sia burrascoso già da molto tempo e che il presidente sfrutti le immagini del suo falso idillio familiare a puro scopo propagandistico, è cosa arcinota. Che la vita privata dei due coniugi sia un affare che non ci tocca, passi. Ma il fatto che la première dame de France dia un così cattivo esempio, non esercitando la sua facoltà di votare, è un elemento che riveste un indubbio interesse per l’opinione pubblica, la quale ha certamente diritto di conoscere il grado di senso civico dimostrato dai propri governanti. Ed è così che avrebbe voluto trattare questa notizia il Journal du dimanche, un settimanale vicino alla destra. Senonché, come ha tempestivamente rilevato un organo d’informazione in rete, il nuovissimo e dinamico Rue89, il direttore del Journal du dimanche, Jacques Espérandieu, all’ultimo minuto ha rinunciato a pubblicare il pezzo. Perché?
“Ho chiesto che questo articolo fosse corredato dal commento della diretta interessata. Malgrado numerosi messaggi lasciati a Cécilia Sarkozy” – scrive Espérandieu – “è stato impossibile raggiungerla, non ci ha risposto”. Ma va? E così, continua il direttore, “poiché il fatto di recarsi alle urne riguarda una scelta personale, intima, ho deciso di non pubblicare il pezzo”. Ma Rue89 sembra accreditare tutt’altra versione dei fatti: “Sono intervenute diverse figure vicinissime a Nicolas Sarkozy. Si tratterebbe” – afferma il sito – “di Claude Guéant, ex responsabile della campagna presidenziale, di Laurent Solly, ex capo di gabinetto del ministro dell’Interno, e di Franck Louvrier, addetto alle relazioni con la stampa”. La circostanza sarebbe stata confermata all’agenzia AFP dallo stesso Espérandieu, il quale, secondo quanto riferito dall’associazione Reporters sans frontières, avrebbe ricevuto “delle telefonate di persone che insistevano sull’aspetto privato e intimo di questa notizia”.
Il direttore del Journal du dimanche ha resistito a lungo, ma l’ultima chiamata è stata quella decisiva: all’altro capo del filo c’era Arnaud Lagardère, proprietario del gruppo al quale appartiene il settimanale, grande amico del neopresidente. Come per miracolo, verso le venti di sabato scorso, l’articolo sparisce dall’impaginazione per il giorno successivo. Rue89 scrive allora: “È il primo caso noto di censura dell’era sarkozysta”. Ovviamente Jacques Espérandieu, reduce dalle scosse telluriche che hanno agitato la sua poltrona, nega con decisione: “Ho sentito il parere di molte persone su questa notizia. Ma smentisco di aver ricevuto la benché minima pressione da parte dell’entourage di Nicolas Sarkozy”.
“Dopo Paris Match [un altro settimanale, ndr], che è stato sorvegliato dagli uffici del candidato dell’UMP durante tutta la campagna presidenziale,” – scrivono in un comunicato i sindacati dei giornalisti del gruppo Hachette-Lagardère – “è la volta del Journal du dimanche, che si vede censurato dalla direzione del gruppo Lagardère per compiacere il neopresidente, a meno che tutto non sia avvenuto dietro ordine di quest’ultimo”.
Innocuo, dicevate? Benvenuti a Sarkoland.
Fonti: AFP, via Le Monde, Journal du dimanche, Reportes dans frontières, Rue89.
La moglie di Nicolas Sarkozy non si è recata alle urne al secondo turno. Per quanto sorprendente questo possa sembrare, Cécilia è comparsa a fianco del marito la sera delle elezioni solo quando è iniziata la festa in piazza de la Concorde, ma durante la giornata non si è andata al seggio. Lo provano i documenti ufficiali, le liste elettorali.
Ora, che il rapporto tra i due sia burrascoso già da molto tempo e che il presidente sfrutti le immagini del suo falso idillio familiare a puro scopo propagandistico, è cosa arcinota. Che la vita privata dei due coniugi sia un affare che non ci tocca, passi. Ma il fatto che la première dame de France dia un così cattivo esempio, non esercitando la sua facoltà di votare, è un elemento che riveste un indubbio interesse per l’opinione pubblica, la quale ha certamente diritto di conoscere il grado di senso civico dimostrato dai propri governanti. Ed è così che avrebbe voluto trattare questa notizia il Journal du dimanche, un settimanale vicino alla destra. Senonché, come ha tempestivamente rilevato un organo d’informazione in rete, il nuovissimo e dinamico Rue89, il direttore del Journal du dimanche, Jacques Espérandieu, all’ultimo minuto ha rinunciato a pubblicare il pezzo. Perché?
“Ho chiesto che questo articolo fosse corredato dal commento della diretta interessata. Malgrado numerosi messaggi lasciati a Cécilia Sarkozy” – scrive Espérandieu – “è stato impossibile raggiungerla, non ci ha risposto”. Ma va? E così, continua il direttore, “poiché il fatto di recarsi alle urne riguarda una scelta personale, intima, ho deciso di non pubblicare il pezzo”. Ma Rue89 sembra accreditare tutt’altra versione dei fatti: “Sono intervenute diverse figure vicinissime a Nicolas Sarkozy. Si tratterebbe” – afferma il sito – “di Claude Guéant, ex responsabile della campagna presidenziale, di Laurent Solly, ex capo di gabinetto del ministro dell’Interno, e di Franck Louvrier, addetto alle relazioni con la stampa”. La circostanza sarebbe stata confermata all’agenzia AFP dallo stesso Espérandieu, il quale, secondo quanto riferito dall’associazione Reporters sans frontières, avrebbe ricevuto “delle telefonate di persone che insistevano sull’aspetto privato e intimo di questa notizia”.
Il direttore del Journal du dimanche ha resistito a lungo, ma l’ultima chiamata è stata quella decisiva: all’altro capo del filo c’era Arnaud Lagardère, proprietario del gruppo al quale appartiene il settimanale, grande amico del neopresidente. Come per miracolo, verso le venti di sabato scorso, l’articolo sparisce dall’impaginazione per il giorno successivo. Rue89 scrive allora: “È il primo caso noto di censura dell’era sarkozysta”. Ovviamente Jacques Espérandieu, reduce dalle scosse telluriche che hanno agitato la sua poltrona, nega con decisione: “Ho sentito il parere di molte persone su questa notizia. Ma smentisco di aver ricevuto la benché minima pressione da parte dell’entourage di Nicolas Sarkozy”.
“Dopo Paris Match [un altro settimanale, ndr], che è stato sorvegliato dagli uffici del candidato dell’UMP durante tutta la campagna presidenziale,” – scrivono in un comunicato i sindacati dei giornalisti del gruppo Hachette-Lagardère – “è la volta del Journal du dimanche, che si vede censurato dalla direzione del gruppo Lagardère per compiacere il neopresidente, a meno che tutto non sia avvenuto dietro ordine di quest’ultimo”.
Innocuo, dicevate? Benvenuti a Sarkoland.
Fonti: AFP, via Le Monde, Journal du dimanche, Reportes dans frontières, Rue89.
2 commenti:
punaise, caro, quanto hai ragione. ma in Italia ancora non l'hanno capito, mi pare.
Figurati, in Italia quando non ci si balocca con il Partito Democratico si sta in attesa dell'ennesimo uomo della provvidenza. Non può stupire che persino uno come Sarkozy riscuota unanimi successi in Italia...
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