Omogenitorialità in Francia: un passo indietro
La battaglia per il riconoscimento legale dell’omogenitorialità ha subito, in Francia, una seria battuta d’arresto. Oggi la Corte di Cassazione ha infatti stabilito che non è possibile per una donna adottare il figlio della propria compagna, perché ciò sarebbe contrario all’“interesse superiore” del bambino.
L’iter che alcune coppie lesbiche avevano seguito fino qui comportava, in un primo tempo, l’adozione del figlio o della figlia della compagna e successivamente l’avvio di una causa giudiziaria per chiedere la piena condivisione della patria potestà tra le due donne. Con la sua decisione odierna, la Corte di Cassazione ha però ricordato che la procedura d’adozione comporterebbe il passaggio della patria potestà dalla madre (che dovrebbe quindi rinunciarvi) alla compagna. L’articolo 365 del codice civile francese stabilisce, infatti, che “solo l’adottante è investito di tutti i diritti derivanti dalla patria potestà nei confronti dell’adottato [...] a meno che l’adottante non sia il coniuge del padre o della madre dell’adottato”. Poiché il matrimonio in Francia è consentito unicamente alle coppie formate da persone di sesso opposto, questo articolo si traduce di fatto in un divieto della condivisione della patria potestà tra due uomini o tra due donne.
L’unica possibilità che rimane oggi ai gay o alle lesbiche che desiderano condividere legalmente l’educazione e il sostentamento del figlio o della figlia del proprio compagno o della propria compagna, è quella di rifarsi a una sentenza pronunciata dalla stessa Corte di Cassazione il 24 febbraio 2006. Con quella decisione la Corte ha autorizzato una madre omosessuale a delegare parzialmente la patria potestà alla propria compagna (le due condizioni poste erano la stabilità della loro unione e l’interesse del minore). Il limite di una situazione del genere sembra essere il fatto che la delega parziale non rende i due genitori perfettamente uguali nell’esercizio della patria potestà. Dal punto di vista strettamente legale, insomma, non possono coesistere due madri o due padri nella stessa coppia e in condizioni di parità.
Solo nelle prossime settimane, più probabilmente nei prossimi mesi e comunque non prima delle prossime elezioni presidenziali, sapremo se il legislatore francese risolverà la questione dell’omogenitorialità, consentendo finalmente il matrimonio fra persone dello stesso sesso e le adozioni per le coppie gay e lesbiche. In questo senso si pronuncia il programma del Partito Socialista, mentre la destra lo esclude categoricamente.
Fonti: Légifrance, Le Monde, Libération.
L’iter che alcune coppie lesbiche avevano seguito fino qui comportava, in un primo tempo, l’adozione del figlio o della figlia della compagna e successivamente l’avvio di una causa giudiziaria per chiedere la piena condivisione della patria potestà tra le due donne. Con la sua decisione odierna, la Corte di Cassazione ha però ricordato che la procedura d’adozione comporterebbe il passaggio della patria potestà dalla madre (che dovrebbe quindi rinunciarvi) alla compagna. L’articolo 365 del codice civile francese stabilisce, infatti, che “solo l’adottante è investito di tutti i diritti derivanti dalla patria potestà nei confronti dell’adottato [...] a meno che l’adottante non sia il coniuge del padre o della madre dell’adottato”. Poiché il matrimonio in Francia è consentito unicamente alle coppie formate da persone di sesso opposto, questo articolo si traduce di fatto in un divieto della condivisione della patria potestà tra due uomini o tra due donne.
L’unica possibilità che rimane oggi ai gay o alle lesbiche che desiderano condividere legalmente l’educazione e il sostentamento del figlio o della figlia del proprio compagno o della propria compagna, è quella di rifarsi a una sentenza pronunciata dalla stessa Corte di Cassazione il 24 febbraio 2006. Con quella decisione la Corte ha autorizzato una madre omosessuale a delegare parzialmente la patria potestà alla propria compagna (le due condizioni poste erano la stabilità della loro unione e l’interesse del minore). Il limite di una situazione del genere sembra essere il fatto che la delega parziale non rende i due genitori perfettamente uguali nell’esercizio della patria potestà. Dal punto di vista strettamente legale, insomma, non possono coesistere due madri o due padri nella stessa coppia e in condizioni di parità.
Solo nelle prossime settimane, più probabilmente nei prossimi mesi e comunque non prima delle prossime elezioni presidenziali, sapremo se il legislatore francese risolverà la questione dell’omogenitorialità, consentendo finalmente il matrimonio fra persone dello stesso sesso e le adozioni per le coppie gay e lesbiche. In questo senso si pronuncia il programma del Partito Socialista, mentre la destra lo esclude categoricamente.
Fonti: Légifrance, Le Monde, Libération.
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