Abile. Determinata. Combattiva. Per nulla intimorita. A volte persino strafottente.
Ségolène Royal, nello storico dibattito televisivo che l’ha contrapposta ieri sera a
Nicolas Sarkozy, è stata semplicemente magnifica.
La candidata socialista è riuscita ad articolare bene i punti cardine del proprio programma e, durante tutta la prima parte del duello, durato più di due ore e mezza e trasmesso in diretta da TF1, France 2 e Arte, ha tenuto sulla corda Sarkozy sfruttando molto opportunamente uno degli assi nella sua manica: il bilancio assai magro, per non dire pessimo, dell’attuale maggioranza di destra su molti temi, così come le contraddizioni del programma di Sarkozy, che Ségolène Royal non si è certo risparmiata di sviscerare. “A evocare tutti gli argomenti nello stesso tempo, rischia di sorvolarli e di non essere abbastanza precisa”, le rimprovera con una buona dose di paternalismo, ad un certo punto, il suo rivale. “Lasci a me la responsabilità delle mie affermazioni, se non le spiace”, gli risponde lei, gelida.
Più che a uno scambio verbale, in qualche momento sembra di assistere a un incontro di pugilato. Vediamo insieme solo alcuni dei tantissimi punti toccati ieri sera. Quando si parla della
funzione pubblica, per esempio, Nicolas Sarkozy propone di diminuire gli effettivi, mentre Ségolène Royal afferma più volte di non voler effettuare nessun taglio ma di voler ricollocare i funzionari pubblici a seconda del bisogno nei vari settori dell’amministrazione. Ne consegue una fitta serie di colpi reciproci. Sarkozy: “Non si può passare da una funzione pubblica a un altra”. Royal: “Quando andranno in pensione, invece di assumere doganieri, assumerò delle infermiere”. Sarkozy: “Ma no, non è possibile. La funzione pubblica negli ospedali è sovvenzianata da un altro budget rispetto a quello dello Stato”. Royal: “Sta scherzando? Tutti i fondi pubblici sono legati tra loro”. Sarkozy: “Ah, perché è lei che gestisce le assicurazioni per malattia?”. Royal: “No, non sono io, ma si tratta comunque di fondi pubblici spesi, di contributi pagati dai lavoratori dipendenti”. Sarkozy: “Lei non può fare delle redistribuzioni tra gli enti locali e lo Stato e tra lo Stato e le assicurazioni per malattia. Non è lei a decidere”. Royal: “Se lei non può farlo, allora perché vuole accedere alla carica di Presidente? Ebbene, io dico che potrò farlo”.
Altro tema caldo:
le 35 ore lavorative settimanali, varate dal governo del socialista Lionel Jospin, che Nicolas Sarkozy tanto critica. Il candidato della destra propone di pagare di più gli extra e di esonerare i datori di lavoro dal versamento dei contributi sulle ore di straordinario. Sarkozy: “È quello che ha fatto il suo amico Blair nel Regno Unito, è quello che ha fatto Zapatero. [...] Ecco perché l’istituto Rexecode, un organismo indipendente, ha lodato...”. Royal lo interrompe, sarcastica: “Sempre la stessa solfa! È un organismo del Medef [la Confindustria francese, ndr]. Lei lo sa bene. [...] Juppé ce l’ha detto mille volte. Continui”. Sarkozy: “Grazie per avermi dato il permesso. Il mio progetto è di creare 230000 nuovi posti...”. Royal: “Grazie, Medef! Vabbè, forza, continui!”. Sarkozy: “Perché disprezza e fa dell’ironia su qualsiasi persona che non abbia la sua opinione? [...]”. Royal: “Se lei crede che le 35 ore abbiano fatto così tanti danni, perché non le ha soppresse in questi cinque anni? Perché lei sa...”. Sarkozy: “Posso rispondere?”. Royal: “Perché lei sa bene che costituiscono a un progresso sociale. Lei lo sa [...] che sono stati creati più di un milione di posti di lavoro? Il 70% delle persone ha potuto occuparsi meglio della propria famiglia. Molte donne, in particolare, o i lavoratori dipendenti che svolgono i lavori più difficili, alla fine delle loro 35 ore, sono stanchi. Dunque l’aumento della durata del lavoro non va verso il progresso sociale”.
Ancora, per quanto riguarda il tema delle
pensioni, si è registrato un altro scontro nel quale le argomentazioni della candidata socialista sembrano aver avuto la meglio. Sarkozy: “I quarant’anni di contributi saranno mantenuti?”. Royal: “La smetta d’interrompermi! La conosco questa tecnica. Terremo conto dei lavori usuranti. Io desidero che si possa scegliere l’età pensionabile, in modo che chi vuole lavorare di più possa farlo ma chi è stanco perché ha svolto un mestiere estremamente difficile, possa smettere prima. Tra un operaio e un dirigente, c’è uno scarto nella speranza di vita pari a sette anni. Uno scarto di sette anni nella Francia di oggi! Lei lo trova giusto?”.
Il dibattito si è fatto rovente anche quando si è parlato di
energia nucleare. Sarkozy: “Conferma l’opzione nucleare?”. Royal: “Lei sa qual è la parte di nucleare nel consumo di energia elettrica in Francia?”. Sarkozy: “Sì, ma conferma questa opzione? Grazie al nucleare, noi produciamo autonomamente metà dell’energia elettrica”. Royal: “Lei difende il nucelare, ma ignora la parte di nucleare”. Sarkozy: “No, la metà della nostra energia elettrica è nucleare”. Royal: “No, lo è solo il 17%”. Sarkozy: “Non è esatto”. Royal (ridendo): “Vedremo. Ma è così”. Sarkozy: “Questa è una scelta capitale. Continuiamo col nucleare o no?”. Royal: “Aumentiamo la parte di energie rinnovabili”. Sarkozy: “Continuiamo con l’opzione nucleare?”. Royal: “Non chiuderemo le centrali nucleari dall’oggi al domani”. Sarkozy: “Conferma la scelta del Reattore pressurizzato europeo (EPR)?”. Royal: “No, la sospendo appena eletta”. Sarkozy: “Sospende le nuove centrali e prolunga quelle vecchie?”. Royal: “L’EPR non è una centrale. Sta facendo una grande confusione. È un prototipo. Di quale generazione?”. Sarkozy: “È della quarta generazione”. Royal: “È della terza. [...] Lei ha un approccio davvero molto approssimativo su una materia estremamente tecnica ma, allo stesso tempo, molto grave, perché si tratta dell’energia nucleare. Ha appena fatto una serie di errori. Può succedere, ma bisognerà che lei ripassi un po’ i suoi appunti, poiché non è la quarta ma la terza generazione”. Chissà se Sarkozy, appena rientrato al suo quartier generale, si sarà dato la pena di fare clic su
Wikipedia. Che figuraccia...
Ma il momento più teso si è avuto dopo che Nicolas Sarkozy ha affrontato il problema della disponibilità di posti negli asili nido, sempre molto scarsa. Il candidato dell’UMP vorrebbe far sì che l’accesso a queste strutture diventasse un diritto opponibile, cioè che possa dar luogo, se non rispettato, a una causa in tribunale. Royal: “Le donne dovrebbero andare in tribunale per chiedere un posto all’asilo nido? Ma sia serio! È questo quello che propone lei, una società nella quale bisogna fare una causa per chiedere un posto all’asilo nido? Non è la mia idea di società. Le donne hanno altro da fare che andare in tribunale. Bisogna che il problema sia risolto dalla politica, non dal tribunale”. Sarkozy: “Lei non ha bisogno di essere sprezzante per essere brillante”. Royal: “Conosco le sue tecniche. Appena è in imbarazzo, fa la vittima”. Sarkozy: “Con lei, sarei una vittima consenziente!”. E lei, ancora una volta fredda e diretta: “Meglio così, almeno proverà piacere”.
Sarkozy tenta allora la carta del buonismo, della pietà, e attacca una filippica su quanto sia ingiusto che
i bambini handicappati non abbiano accesso alle scuole “cosiddette normali”. La sua rivale scatta su come una furia: “Adesso abbiamo raggiunto il massimo dell’immoralità politica. Sono scandalizzata, perché giocare con l’handicap come lei ha appena fatto è effettivamente scandaloso. Perché? Quando ero ministro della pubblica istruzione, sono stata io a creare il piano ‘Handiscole’ che ha richiesto a tutte le scuole di accogliere i bambini handicappati. Per questo avevo creato settemila posti di educatori di sostegno che voi avete soppresso. [...] È il suo governo che ha soppresso il piano ‘Handiscole’, che ha soppresso gli insegnanti di sostegno e che ha fatto sì che meno di un bambino su due che cinque anni fa era accolto nelle scuole della Repubblica possa entrarvi oggi. Lei lo sa perfettamente, mentre adesso ci parla, ‘tutto intenerito’, del diritto dei bambini handicappati di essere accolti a scuola, mentre le associazioni dei genitori di handicappati hanno presentato reclami disperati presso il vostro Governo [...]. Lasci perdere i tribunali, le pratiche dei genitori che soffrono già abbastanza il fatto di non aver potuto iscrivere i loro figli quando lei era al governo. Lasci perdere. [...]. Lei ha sfasciato questa politica! E oggi dice ai genitori che potranno rendersi in tribunale?! Non tutto è possibile in politica e questo discorso, questo scarto tra i discorsi e gli atti, soprattutto quando si tratta di bambini handicappati, non è accettabile. Sono molto arrabbiata. I genitori e le famiglie...”. Sarkozy ha l’aria di un pugile suonato, tenta una replica: “Si calmi e non mi indichi con quel dito!”. Ma lei ribatte: “No, non mi calmo!”. Sarkozy, ancora una volta paternalista: “Per essere Presidente della Repubblica bisogna essere calmi”. Royal: “No, non quando ci sono delle ingiustizie! C’è una collera che è sana ed è quella che corrisponde alla sofferenza della gente. Ci sono delle arrabbiature che terrò con me anche quando sarò Presidente della Repubblica...”. Sarkozy: “Che allegria!”. Royal: “[...] Non lascerò che l’immoralità del discorso politico riprenda il sopravvento”. Sarkozy: “Non so perché alla signora Royal, di solito calma, siano saltati i nervi...”. Royal: “Non mi sono saltati i nervi, sono arrabbiata. [...]”. Sarkozy ci riprova: “Non so perché la signora Royal s’innervosisca...”. Ma lei non cede: “Non m’innervosisco”. Sarkozy: “Cosa dev’essere quando si innervosisce! [...] La signora Royal ha osato impiegare la parola ‘immorale’. È una parola forte”. Royal: “Sì”. Sarkozy: “Si permette d’impiegarla perché ho detto che tutti i bambini che hanno un handicap possano entrare in una scuola ‘normale’. La signora Royal, riferendosi al mio atteggiamento, ha detto ‘tutto intenerito’, sottintendendo che la sincerità stava solo dalla sua parte e che, dalla mia, c’erano solo menzogne. Non è il modo per rispettare il proprio avversario. Non mi sarei mai permesso di parlare di lei in questo modo”. E Royal, sicura: “Perché io non mento e non dico di voler costruire ciò che ho appena distrutto”. Sarkozy: “Non penso che lei elevi la dignità del dibattito politico”. Royal: “Sì invece, la questione dell’handicap è molto degna”. Il battibecco è andato avanti così ancora per un po’, finché Sarkozy ha rincarato la dose: “Almeno si sarà capito come lei possa innervosirsi con molta facilità, come lei possa uscire dai gangheri. Il Presidente della Repubblica ha delle responsabilità pesanti, molto pesanti”. A quel punto interviene uno dei due giornalisti che stanno cercando di condurre il dibattito – in realtà la loro presenza si nota appena – per introdurre un altro argomento. Royal non lo interrompe subito: “Mi permetterà, anch’io ho l’intenzione di farmi rispettare. Non sono uscita dai gangheri. Quello che ci differenzia è la visione della morale politica. Bisogna che i discorsi siano coerenti con gli atti. [...] Non sia condiscendente. [...] Quello che è in gioco è tutta la concezione della vita politica e della responsabilità. Se non si è responsabili di niente, se non si rende mai conto dei propri atti politici, come vuole che i cittadini credano ancora nell’efficienza della politica...”. Sarkozy: “Bisogna mantenere la calma e usare parole che non feriscano”. Royal: “Le parole non feriscono, sono le azioni che feriscono”. Sarkozy: “Quando si usano delle parole che feriscono, si divide il popolo, mentre bisognerebbe unirlo”. A quel punto una Royal irridente domanda ripetutamente, con una calma olimpica: “È ferito?... È ferito?”. Il suo rivale, imbarazzato, quasi fosse un bambino cattivo davanti alla madre magnanima, risponde solo: “No”. “Allora va tutto bene”, gli lancia lei, serafica.
Meglio di così, per la sinistra, non poteva andare. Anche perché, durante tutta la campagna elettorale, da ogni parte – sui quotidiani, in tutti i settimanali d’opinione, nei dibattiti televisivi e anche tra gli elettori – la domanda ricorrente era: “Tiendra-t-elle?”, cioè Ségolène Royal sarà capace di reggere un dibattito con Nicolas Sarkozy? Ebbene, la risposta è finalmente giunta ed è un rotondissimo Sì. Dal mio punto di vista, è Ségolène Royal la vincitrice del duello di ieri sera. Certo, da qui alla vittoria nelle urne, il passo è ancora lungo. In effetti, gli esperti di comunicazione politica affermano, qui in Francia, che i faccia a faccia televisivi non spostano, se non di pochissimo, le intenzioni di voto. Però intanto qualcosa deve essere successo, se la prima conseguenza è stata il quasi-pronunciamento di François Bayrou, il leader centrista che lascia in eredità, ai contendenti del secondo turno, il 18% dei voti. Oggi, dopo aver valutato il dibattito, il presidente dell’UDF ha affermatoa chiare lettere, infatti, che non voterà per Nicolas Sarkozy, senza tuttavia dare ulteriori indicazioni.
Cosa faranno i suoi elettori? Si asterranno? La gran parte di loro voterà per Sarkozy o per Royal? E, dopo che il Front National di Jean-Marie Le Pen ha chiesto ai suoi di disertare le urne, quanti saranno i voti per il candidato della destra che mancheranno all’appello? È possibile credere in un riequilibrio dei consensi tra i due sfidanti? Bene. Adesso incrociamo le dita, consultiamo oroscopi, oracoli e aruspici, e ripetiamo mille volte il mantra: Ségolène, Ségolène, Ségolène...
Fonti:
Arte,
Le Monde,
Libération.